pubblico anche due poster 70x100 (bhé, qua sono 490x700px, un giorno farò una foto in cui tengo con le mani i poster che sono alti come me, come fanno gli americani). essi illustrano due poesie di simon armitage, che riporto sotto ad ognuno scritte un po' più grande.
L'aquila
Nella casa di campagna, se ne stava steso faccia in giù
sul sentiero della ghiaia mentre con un furgone portavano l'uccello
in cima alla collina, verso il sole. Aprirono le porte
e l'aquila girò su se stessa poi cadde, e lui sentì l'ombra delle ali,
gli artigli gli serrarono sulle costole - di cheratina, di diamante.
Poi si sfamò dal pugno di carne all'altezza delle sue reni.
Questa piuma, foglia del cielo, dito con il quale volare,
lui la tenne per sé come una cosa con cui andare avanti.
Mi dolgo e non poco quando penso
a tutto ciò che ho fatto di male in vita mia.
Non ultima la volta in cui nel laboratorio di chimica
ho preso un paio di forbici per le lame
e ho tenuto l'impugnatura
sulla viva fiamma di un becco Bunsen;
poi ti ho chiamata e te le ho allungate.
O il tanfo senza pari di pelle marchiata
mentre infili il pollice e il dito medio
senza riuscire a liberarti più da quei due anelli roventi. Segnata,
disse il dottore, per l'eternità.
Ti prego di non credermi quando dico
che non era che il mio modo maldestro, da tredicenne,
di chiederti in sposa.
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